sabato 28 giugno 2014

I disegni del Mostro #6









Le quartine del Mostro #5


I santi e gli eroi del passato 

diventavano tali uccidendo un mostro.

Ma l’Essere, purtroppo, non può fare altrettanto:

commettendo suicidio, non diventerebbe né un eroe né un santo.



lunedì 23 giugno 2014

I racconti del Mostro #3



Come entrare (quasi) nella leggenda.



Il Mostro passeggiava sulla spiaggia di Licola quando a un tratto, tra le onde, vide formarsi un vortice dal quale emersero nientemeno che Dracula e Frankenstein.
L’Essere, vedendoli, strabuzzò gli occhi.
Corse a salutarli e li invitò al vicino pub ‘Mareblu’ per uno spuntino.
Dracula e Frankenstein accettarono l’offerta senza farsi pregare. «Sai com'è: i viaggi attraverso le dimensioni stuzzicano l'appetito» spiegarono.
«Anche a me capita lo stesso quando prendo il tram» disse l’Essere per mostrarsi all’altezza.
Entrarono nel pub e i clienti, alla loro vista, fuggirono a gambe levate.
Frankenstein, Dracula e il Mostro si accomodarono al tavolo migliore, quello davanti alla vetrata, con vista sulla spiaggia.
Mangiarono i rimasugli lasciati dagli avventori e bevvero vino chiacchierando piacevolmente, come vecchi amici.
Più tardi Dracula, facendo brillare i canini, propose un brindisi: «A Frankenstein, perché diventi famoso come me».
Poi fu la volta di Frankenstein che, girando al contrario la testa quadrata, levò il calice: «A Dracula, perché possa diventare terrificante come me».
Il Mostro, avvertendo odore di rivalità, si assunse il compito di fare da paciere. «A Dracula e Frankenstein» propose «sperando che un giorno io possa diventare mostruoso come voi».
Grazie alla sua prontezza di spirito, il momento di tensione si stemperò e il pranzo proseguì senza intoppi.
I commensali raccontarono barzellette che avrebbero fatto piangere le pietre, scambiarono ricordi d’infanzia capaci di gelare il sangue nelle vene perfino a un cadavere.
Più tardi uscirono dal locale ruttando allegramente.
Ma una brutta sorpresa li attendeva.
Attorno al pub ‘Mareblu’ si era radunato un drappello di poliziotti armati fino ai denti. Una voce gracchiante, proveniente da un megafono, ordinò: «Arrendetevi, aborti schifosi!»
Frankenstein e Dracula si guardarono con occhi smarriti e dissero al Mostro: «Amico, grazie per il pranzetto, ma avremmo qualche affaruccio urgente da sbrigare nella nostra dimensione di appartenenza». Vorticarono su se stessi come trottole e sparirono nel nulla.
L’Essere, rimasto solo, si arrese alle forze di polizia.
Più tardi spiegò la strana avventura che gli era capitata al Magistrato Inquirente che ovviamente non prestò fede al suo racconto. In compenso gli riconobbe la totale incapacità di intendere e di volere e lo rilasciò.
Appena tornato in libertà l’Essere tornò sulla spiaggia battuta dalla pioggia; corse sulla sabbia umida, ricordando con nostalgia l’incontro con i suoi amici che lo avevano, è vero, abbandonato nel momento del pericolo, però gli avevano fatto trascorrere uno dei pomeriggi più schifosamente belli della sua vita.


giovedì 12 giugno 2014

I disegni del Mostro #4






Le quartine del Mostro #4




Quando incontri il Mostro,
non fare finta che non l'hai visto.
Anche un insulto lanciato a volo
lo aiuta a sentirsi meno solo.


Intervista al Mostro



Fonte: A spasso con Eva
http://aspassoconeva.blogspot.it/2014/06/a-spasso-con-il-mostro.html



A spasso con... il Mostro


Dunque Mostro, cominciamo l’intervista. Qual è il tuo vero nome?
Nome: Mostro. Cognome: Mostro. Soprannome: Mostro.
Sei contento che qualcuno abbia riportato in un libro le vicende della tua vita? Cosa ne pensi del titolo Così Parlò il Mostro?
Trovo assolutamente mostruoso che a qualcuno sia venuta un’idea del genere. Comunque il titolo mi piace. Anzi, a essere sinceri, mi piace soprattutto quello.
 
Perché hai conservato il biglietto vincente del ‘gratta e vinci’ e non hai devoluto il montepremi, per esempio, in beneficenza?
Trovo che la beneficenza sia una forma di malevolenza verso i più sfortunati. Non risolve il problema della povertà, anzi lo perpetua nel tempo.
Come mai ti fanno ridere i film porno?
Per la stessa ragione per cui mi fanno piangere i film comici.
 
È vero quello che ha scritto l’autore in merito ai tuoi incontri con personaggi inquietanti quali il Diavolo, il Destino, la Morte?
Verissimo. Comunque, fosse stato per me, li avrei evitati. Odio frequentare persone di un certo livello. Se la tirano troppo.
“La mostruosità non deriva dall’attività fisica bensì da quella intellettuale”. Questa frase, a mio parere, sintetizza perfettamente la tua condizione. Sei d’accordo?
Non ricordo di averla pronunciata. Per fortuna non ho una buona memoria. Ma se lei la trova significativa, suppongo che lo sia, cioè volevo dire che non lo sia. Oh, insomma, faccia un po’ lei.
Ho letto che a trent’anni hai trovato un impiego presso Ministero della Cultura. Ti occupavi di ‘Affari Mostruosi’. Eri anche segretamente innamorato di Mirella, la tua segretaria. Come mai non l’hai mai contattata dopo le tue dimissioni?
L’amore ha i suoi tempi. E il mio orologio intimo è sempre in ritardo (o in anticipo).
 
I lettori del mio blog forse non sanno che abbiamo collaborato nella realizzazione del booktrailer del libro Così parlò il Mostro. Ti sei divertito?
Lei mi ha ripreso in momenti intimi. Non glielo perdonerò mai.
 
Se dovessi fare un bilancio della tua vita, ti riterresti soddisfatto di come l’hai vissuta?
Non esiste una bilancia abbastanza capiente per contenere una vita di una persona normale. Figurarsi quella di un Mostro.
Descrivi il tuo rapporto con Napoli.
La sua bellezza quasi sovrumana serve a mitigare la mia mostruosità, da molti percepita come subumana.
Ti piacciono i dolci? Quali preferisci?
Quelli a cui sono allergico.
 Verrai alla presentazione del libro il 10 giugno, ore 18, alla Feltrinelli di Via Toledo?
Se riesco a trovare un travestimento adatto, forse…
Saluta i lettori di  A spasso con Eva.
Vi esprimo tutta la mia mostruosa amicizia e spero tanto nella vostra spaventosa complicità.
 
 
 
 

domenica 1 giugno 2014

I racconti del Mostro #2



Come usare internet senza correre rischi




 

Il Mostro decise di usare Internet per rendere un po’ più tollerabile la sua solitudine e, navigando in rete, si imbatté in “www mostro.com”.
Cliccò sul sito e, dopo qualche secondo, sullo schermo apparve un home page tra le più deprimenti mai viste sul Web. Colori smorti si accoppiavano a immagini sgranate Dal computer sembrava esalare un fetore dolciastro simile a quello che trasuda dalla materia organica in decomposizione.
Il Mostro, estasiato, scelse tra i vari link proposti dal sito quello denominato: ‘Mettimi alla prova’ e rimase in attesa tamburellando con impazienza le unghie nere e arcuate sul mouse pad.
Quando finalmente sullo schermo apparve la pagina richiesta, si accorse con rammarico che raffigurava una superficie scura.
Il Mostro puntò il cursore qua e là all’interno del riquadro, ma non accadde nulla.
Finché all’improvviso un esile fiotto di materia vischiosa prese a colare dai bordi del vetro.
La Creatura, allarmata, staccò la spina dall’interruttore dell’elettricità. Ma il suo gesto non pose fine, come sperava, all’inquietante fenomeno.
Il liquido vischioso ricoprì lo schermo e scivolò lungo la tastiera.
Qualche secondo dopo la struttura dell’elaboratore implose su se stessa riducendosi a una poltiglia informe.
Di colpo il Mostro comprese cosa intendeva comunicargli quell’hacker nascosto in chissà quale misterioso anfratto del cyberspazio. Il suo messaggio avrebbe potuto essere così sintetizzato: ‘Un Mostro che tenta sfuggire alla solitudine è un paradosso perché il suo stato non è una scelta, ma un destino’.
L’Essere riflettè che, certo, l’hacker aveva ragione. Ma avrebbe potuto farglielo notare in maniera meno scioccante.
Trovò comunque consolatorio il fatto di aver trovato, nel cyberspazio, qualcuno più mostruoso di lui.